Venerdì 30 gennaio in maniera un po’ fortuita abbiamo avuto
un incontro con la prof.ssa Medici, persona sempre molto disponibile e cortese,
Referente del plesso Carroll.
Siamo riusciti così finalmente a confrontarci, anche se
informalmente, con persona a conoscenza dei fatti, non essendo stati ricevuti
dalla Preside, e abbiamo avuto modo di segnalare a chi di dovere alcune nostre
perplessità.
Qui di seguito un personale resoconto per punti della
chiacchierata (20 minuti buoni di confronto schietto e cordiale).
Chi siete?
Tre genitori della II L .
Molto preoccupati di fronte alla prospettiva che il prossimo
anno si passi alla settimana corta.
Ci siamo
ritagliati una mezza mattinata per cercare di capire se c’è possibilità di
bloccare una decisione che ci è piovuta dall’alto come una tegola, che abbiamo
appreso in maniera a dir poco irrituale, che non era prevedibile quando abbiamo
sottoscritto il POF lo scorso anno, che ci sembra contraddire ogni logica
didattica, che snatura l’impianto musicale della scuola.
Cosa portate?
I nostri ragazzi alla Scuola Secondaria di Primo Grado a
indirizzo Musicale Lewis Carroll.
E chi se le dimentica le discussioni a ora di cena, il cercare
di bilanciare i pro e i contro, il calcolo della distanza, la complicata
pianificazione familiare, la tensione della prova di strumento, l’incognita
dell’orario delle lezioni pomeridiane, con la consapevolezza di prendere una
decisione cruciale per il futuro dei nostri figli.
Nulla in confronto allo stupore di vederli testardamente
concentrati sullo strumento, ripetendo e ripetendo gli stessi esercizi, acquisendo
così metodo e precisione che si ritroveranno nello studio e nella vita. L’ansia
il giorno prima del concerto e la soddisfazione di vederli suonare insieme agli
altri, disposti a perdere un po’ della loro naturale voglia di strafare pur di
far parte di un organismo più grande capace di suonare la Musica.
E la
convinzione di aver veramente fatto la scelta giusta.
Non c’è un genitore che non abbia consapevolezza che aver
scelto una Scuola Media con indirizzo musicale abbia fatto la differenza.
Sì, ma quanti siete?
Siamo già tanti, se tengo il conto dell’ansioso passa parola, delle telefonate a notte fonda, del malumore che serpeggia
all’uscita di scuola. E saremo anche di più se riuscissimo a incontrare gli
altri genitori, se potessimo riunirci in un’assemblea, per fare in modo che
ognuno finalmente potesse portare le proprie ragioni. Molti di più se
riuscissimo a chiarire che non ci possono essere motivazioni didattiche per
ipotizzare un orario concentrato su cinque giorni, con ragazzi di questa età
stretti in una stanza per 6 ore (anche a ricreazione), in un istituto
sprovvisto di una mensa, e soprattutto in una Scuola a indirizzo musicale, con
lezioni di strumento a metà pomeriggio, con un carico di lavoro aggiuntivo e
caratterizzante.
Sì, ma già molte scuole non hanno lezioni il sabato e non
fanno tante storie…
Nella stessa Mommsen alcune sezioni hanno già il modulo di
30 ore a settimana corta, “perché non sperimentarlo anche alla Carroll”?
Già ma la domanda è “perché sperimentarlo anche alla Carroll”?
Un fiorino!
C’è grossa crisi, ragazzi, la scuola chiude il sabato…
Questa la sola ragione alla base di una decisione così
drastica: una indiscutibile carenza di fondi.
Possibile tuttavia che non ci si renda conto dell’impatto che avrebbe
il cambio d’orario sulla didattica? Possibile che ci si voglia rassicurare del
fatto che nella sostanza non cambi granché? Possibile che i nostri insegnanti,
le stesse persone che aiutano i nostri figli in un percorso di formazione che è
intellettuale e civile, a cui affidiamo i nostri ragazzi
e che stimiamo per un lavoro impegnativo e mai sufficientemente riconosciuto,
proprio loro abbiano accettato senza battere ciglio questa decisione? Possibile
che nessuno riconosca all’indirizzo musicale una valenza formativa sostanziale?
Possibile che si metta disinvoltamente in conto di snaturare la specificità della
Carroll, invece di riconoscerla come il fiore all’occhiello dell’intero
istituto?
Possibile che nessuno abbia provato a trovare una soluzione
alternativa?
Non lo sappiamo.
Non sappiamo se si sono tentate soluzioni alternative. E non
lo sappiamo perché nessuno ci ha informato, né interpellato, nessuno ha
reputato necessario e neppure utile coinvolgerci in un processo decisionale che
non condividiamo, scegliendo di adottare tempi così stretti da rendere
praticamente impossibile ai rappresentanti dei genitori di sentire con
coscienza la nostra voce, di registrare il nostro dissenso e di avanzare in
Consiglio delle proposte.
La prof.ssa Medici, da insegnante coinvolgente e
appassionata quale è, ci ha tenuto a ribadire che per lei, come per tutti gli
altri docenti la Carroll è come una famiglia. Forse sfugge che la Carroll è
anche la nostra famiglia, l’abbiamo scelta con convinzione, la apprezziamo e la
sosteniamo.
Non ci resta che metterci in piedi, alzare la mano e prendere
la parola.
Abbiamo qualcosa da dire!!!
Luca Valerio. II L