In questi giorni di presenza all’esterno della scuola abbiamo avuto
modo di scambiare qualche battuta con i docenti del plesso. Non è stato sempre facile.
Alcuni insegnanti erano stizziti, altri ci sono sembrati sfuggenti. Molti cortesi e
sorridenti come sempre.
Qualcuno ha inteso la nostra protesta come una contrapposizione nei
loro confronti, altri come una legittima e a volte impertinente presa di
posizione contro una decisione che non condividiamo.
Dopo qualche turno di raccolta firme, chiarito che non è contro il
corpo docente che ci stiamo mobilitando, l’atmosfera si è molto stemperata.
Gli insegnanti di strumento si sono dichiarati assolutamente
d’accordo con la nostra mobilitazione e all’obiezione di non aver espresso
nei tempi giusti la loro contrarietà, ci rispondono che, per come la faccenda è
stata prospettata in Collegio docenti, il loro silenzio equivaleva a adeguarsi
ad una incontrastabile volontà superiore (direttive ministeriali, problemi di
gestione o un non ben definito desiderio delle famiglie), che non
sembrava avere alternative.
E’ vero. Il momento giusto per impedire al Consiglio d’Istituto di
modificare l’assetto orario e deliberare la settimana corta, era il momento in cui veniva chiesto il parere
tecnico del Collegio dei docenti. Nessuno lo ha fatto. E questo
appartiene al passato.
Comprendiamo il disagio o imbarazzo di molti professori, derivante dal rispetto del
loro ruolo istituzionale, essendo stati catapultati
inaspettatamente nel bel mezzo di una battaglia tra genitori e Dirigenza/CdI, e
sotto lo sguardo frastornato degli studenti. Li conosciamo bene e non sottoscriviamo l’accusa di
aver avallato passivamente una decisione così discutibile per avere il
weekend libero.
Nel rispetto delle diverse posizioni, avvertiamo però una certa sottovalutazione degli effetti conseguenti alla modifica dell’orario, e siamo po’ stupiti
di aver sentito pochi professori sottolineare che la scelta della settimana
corta (condivisa o subita che sia) risulti contraria ad ogni criterio formativo
in un plesso a indirizzo musicale come la Carroll…
Hanno perfettamente ragione i professori che ci incalzavano dicendo: "Non è contro di noi che vi dovete mobilitare". Non abbiamo mai avuto alcun dubbio di questo e siamo assolutamente disponibili a ragionare assieme sulle possibili
soluzioni che salvaguardino l’assetto formativo della nostra scuola.
1 commento:
L’assoluto pregio del corpo docenti della nostra Scuola non è stato mai messo in discussione.
Per la mia famiglia la conoscenza dell’assoluta validità degli insegnanti della Lewis Carroll, maturata attraverso il “passa parola” di amici e conoscenti, ha portato alla decisione di iscrivere nostra figlia in un Istituto non proprio comodissimo dal punto di vista logistico.
So per certo che molti altri genitori hanno operato la stessa scelta, “in barba” alla presenza nel quartiere di residenza di sedi più “comode”, proprio in virtù della conoscenza della professionalità del corpo docenti, oltre che dalla convinzione che un percorso di formazione musicale fosse centrale nella crescita culturale dei nostri figli.
Se è in atto un tentativo di deteriorare il costruttivo rapporto genitori-insegnati esistente, questo va stroncato sul nascere. I dubbi riguardano la capacità di gestire correttamente questo momento di difficoltà da parte della Dirigenza, oltre che dalla sua incapacità di comunicare con noi.
Permane la perplessità per una mancata presa di posizione negativa nei confronti di una scelta formativa assolutamente non in linea con gli obiettivi didattici di un plesso ad indirizzo musicale …
Guido Cerioni, genitore di Elena, 2L
Posta un commento