Vogliamo ringraziare i professori di strumento per aver
formalizzato un documento da cui viene fuori una posizione forte e unitaria di
contrarietà alla settimana corta e per averci permesso di pubblicare sul blog
la loro lettera aperta.
Vediamo confermate e chiarite quelle preoccupazioni sulla
tenuta del modello didattico che in maniera a volte un po’ concitata abbiamo
espresso su questo blog.
Rileviamo due punti importanti.
Ci viene confermata, come da più parti evocata, la
disponibilità della Preside di riconsiderare e ridiscutere la decisione presa
dal Consiglio di Istituto e confidiamo nel suo impegno per rettificare la
delibera che riguarda le seconde e le terze del prossimo anno scolastico.
Ancor di più ci rincuora la sua dichiarata sensibilità verso
le esigenze didattiche dello studio dello strumento e ci associamo all’invito
dei professori a non disperdere il patrimonio didattico che l’indirizzo
musicale della scuola Carroll ha maturato negli anni.
Condividiamo, infatti, in pieno la proposta di riconsiderare
anche la decisione di applicare la settimana corta ai nuovi iscritti dei corsi
a indirizzo musicale, esigenza che ci è stata esplicitata in questi giorni,
durante la raccolta di firme, da tanti genitori che hanno scelto di iscrivere i
propri figli il prossimo anno alla nostra scuola.
Ieri e oggi (giovedì 26 e venerdì 27) si sono tenute le
prove attitudinali dei corsi a indirizzo musicale. Compatibilmente con la
nostra vita, eravamo fuori dal plesso Carroll per parlare con le famiglie, per
capire il loro orientamento e sensibilizzarle alle questioni dell’orario.
Molti genitori già conoscono la questione per aver avuto
esperienze alla Carroll con altri figli, altri hanno accolto il nostro invito a
consultare il blog per assumere ulteriori informazioni.
Questo è proprio quello che ci sembra sia mancato nel
processo decisionale finora, a tutti i livelli: un’assunzione di informazioni
ad ampio raggio e una più completa articolazione della discussione, in modo che
la decisione fosse condivisa, consapevole e rispettosa delle esigenze della
didattica.
Abbiamo incontrato anche un genitore membro del Consiglio di
Istituto, che accompagnava la figlia al test di ingresso. Confrontandoci con
lei, che si è dichiarata personalmente d’accordo con la settimana lunga, ancora di più ci siamo resi conto che
purtroppo i soli dati economici hanno determinato la decisione del Consiglio, e
questo anche contro le convinzioni di molti suoi componenti.
Una volta assodato che le esigenze della didattica reclamano
una ripartizione del carico orario ripartito sui 6 giorni, vorremmo poter
impegnare le nostre energie non a logorarci in polemiche infinite ma, insieme
alle altre componenti della scuola, potremo fare una grossa battaglia per sollecitare
il Ministero a fornire maggiori risorse o inventarci modalità alternative di
reperimento di fondi.
Bisogna essere in rado di trovare soluzioni alternative per
garantire alle classi a indirizzo musicale una formazione all’altezza delle
aspettative che una scuola pubblica non può e non deve ignorare.
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