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venerdì 27 febbraio 2015

Segnali di fumo



Vogliamo ringraziare i professori di strumento per aver formalizzato un documento da cui viene fuori una posizione forte e unitaria di contrarietà alla settimana corta e per averci permesso di pubblicare sul blog la loro lettera aperta.
Vediamo confermate e chiarite quelle preoccupazioni sulla tenuta del modello didattico che in maniera a volte un po’ concitata abbiamo espresso su questo blog.

Rileviamo due punti importanti.
Ci viene confermata, come da più parti evocata, la disponibilità della Preside di riconsiderare e ridiscutere la decisione presa dal Consiglio di Istituto e confidiamo nel suo impegno per rettificare la delibera che riguarda le seconde e le terze del prossimo anno scolastico.
Ancor di più ci rincuora la sua dichiarata sensibilità verso le esigenze didattiche dello studio dello strumento e ci associamo all’invito dei professori a non disperdere il patrimonio didattico che l’indirizzo musicale della scuola Carroll ha maturato negli anni.

Condividiamo, infatti, in pieno la proposta di riconsiderare anche la decisione di applicare la settimana corta ai nuovi iscritti dei corsi a indirizzo musicale, esigenza che ci è stata esplicitata in questi giorni, durante la raccolta di firme, da tanti genitori che hanno scelto di iscrivere i propri figli il prossimo anno alla nostra scuola.

Ieri e oggi (giovedì 26 e venerdì 27) si sono tenute le prove attitudinali dei corsi a indirizzo musicale. Compatibilmente con la nostra vita, eravamo fuori dal plesso Carroll per parlare con le famiglie, per capire il loro orientamento e sensibilizzarle alle questioni dell’orario.
Molti genitori già conoscono la questione per aver avuto esperienze alla Carroll con altri figli, altri hanno accolto il nostro invito a consultare il blog per assumere ulteriori informazioni.
Questo è proprio quello che ci sembra sia mancato nel processo decisionale finora, a tutti i livelli: un’assunzione di informazioni ad ampio raggio e una più completa articolazione della discussione, in modo che la decisione fosse condivisa, consapevole e rispettosa delle esigenze della didattica.

Abbiamo incontrato anche un genitore membro del Consiglio di Istituto, che accompagnava la figlia al test di ingresso. Confrontandoci con lei, che si è dichiarata personalmente d’accordo con la settimana lunga,  ancora di più ci siamo resi conto che purtroppo i soli dati economici hanno determinato la decisione del Consiglio, e questo anche contro le convinzioni di molti suoi componenti.

Una volta assodato che le esigenze della didattica reclamano una ripartizione del carico orario ripartito sui 6 giorni, vorremmo poter impegnare le nostre energie non a logorarci in polemiche infinite ma, insieme alle altre componenti della scuola, potremo fare una grossa battaglia per sollecitare il Ministero a fornire maggiori risorse o inventarci modalità alternative di reperimento di fondi.

Bisogna essere in rado di trovare soluzioni alternative per garantire alle classi a indirizzo musicale una formazione all’altezza delle aspettative che una scuola pubblica non può e non deve ignorare.


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