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venerdì 20 febbraio 2015

Strategie di lungo termine



Tutti sappiamo che la competizione tra le scuole ad accaparrarsi nuovi iscritti è forte, e il calo delle iscrizioni comporta direttamente una mobilità forzata per i docenti. Da ciò la gara a costruire della scuola un immagine accattivante e il grande dispendio di energie in funzione degli open days.
Niente di meglio. Si sa che la competizione, se non si concentrano le energie solo in pubblicità, porta un miglioramento del prodotto. Un esempio: la professoressa Ferrarini nella 2L ha fatto realizzare degli esperimenti agli studenti. La loro preparazione, che ha coinvolto intensamente i ragazzi e le stesse famiglie, è stato uno degli avvenimenti rimarchevoli di quest’anno scolastico.

Noi crediamo che la scelta della settimana corta sia deleteria non solo per i nostri figli, ma in prospettiva per l’intera scuola.

All’obiezione di un genitore del comitato: “Non sono del quartiere e ho un figlio che frequenta la scuola elementare; con la settimana corta non lo iscriverei alla Carroll” una professoressa ha risposto piccata: “Questi sono affari suoi, signora!”
E no, mia cara professoressa, questi sono soprattutto affari vostri.
La Carroll raccoglie un bacino d’utenza molto ampio. Le ragioni? Il livello dei docenti, l’ambiente raccolto e ben controllato, l’indirizzo musicale e la settimana lunga che ne è corollario necessario.

Noi genitori, conoscendo i ritmi dei nostri figli, siamo convinti che aumentare il numero delle ore giornaliere influirà sul rendimento, nello studio dello strumento come nelle materie della mattina. Dello stesso parere sono tutti gli insegnanti di strumento.
Conseguenze possibili: un sovraccarico di lavoro non compensabile dal sabato libero, la rinuncia a altre attività extracurriculari, un abbassamento dei voti o una riduzione delle aspettative da parte degli insegnanti. O la rinuncia allo strumento.
Ma questi sono argomenti ormai conosciuti. Quello che ci sembra sfugga a molti è che tante famiglie hanno scelto la Carroll grazie al passaparola, soprattutto le famiglie che non sono del quartiere. Io personalmente posso contare 4 famiglie che continuano e ringraziarmi per aver consigliato loro la nostra scuola. Non mi sentirei di farlo se dovesse essere confermata la decisione della settimana corta.

A quanto ci risulta le iscrizioni alla Carroll quest’anno sarebbero consistenti e garantirebbero l’attivazione di 3 prime classi. Questo farebbe supporre che l’opzione settimana corta sia vincente.
Non lo crediamo.
Se così fosse un aumento proporzionale dovrebbe risultare anche al plesso Mommsen, ugualmente interessato dal cambio di orari (attualmente 2 intere sezione vanno a scuola il sabato). Non abbiamo i dati definitivi ma non sembra che le cose siano andate così, la settimana scorsa si sussurrava della impossibilità a attivare tutte le prime...

Quello che crediamo è che la ripresa delle iscrizioni alla Carroll sia conseguenza dell’attivazione, quest’anno, di lezioni di strumento presso la Quasimodo, coordinate dal professor Ceccani, che ha visto l’adesione entusiasta di molti ragazzini. Questo a dimostrazione che la salvaguardia e il potenziamento della musica a scuola risulta una strategia vincente.
La settimana corta andrebbe in senso opposto.

Le nostre sono illazioni? Non siamo tecnici e non possediamo tutti i dati per suffragare le nostre impressioni. Di certo osserviamo i fatti dall’interno e conosciamo a fondo le dinamiche di scelta.
Non sappiamo se la dirigenza ha avviato un’analisi dei dati per comprendere a pieno le ragioni delle variazioni di iscrizioni e pensiamo che gli effetti disastrosi della settimana corta si vedranno nel lungo periodo, e questi sicuramente "non sono solo affari nostri".


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